La (piccola) rivincita dei freelance

POPWEEK, l'economia di una settimana
15 Maggio 2017 - 17:40
Foto di Ed Yourdon - Hugging my laptop (CC BY-NC-SA 2.0)

Lavoratori autonomi e smart worker: da giovedì 10 maggio anche queste categorie di lavoratori – fino a oggi carenti di diritti, ma non di doveri – hanno il proprio “statuto”. Il Senato ha infatti approvato definitivamente il disegno di legge che, dopo un percorso parlamentare durato due anni, ha visto finalmente la luce. Come spiega il Corriere della Sera, le nuove norme riguardano i titolari di partita Iva, i liberi professionisti e i collaboratori coordinati e continuativi, purché non commercianti o artigiani. Una platea di oltre due milioni di persone.

Tra le principali novità c'è l'obbligo per i clienti di saldare le fatture entro 60 giorni al massimo, la possibilità in caso di gravidanza di ricevere l'assegno di maternità ma di poter anche continuare a lavorare e fatturare nel frattempo. Le spese per la formazione interamente deducibili passano da 5 a diecimila euro e sarà possibile accedere ai bandi europei, esattamente come accade già per le piccole e medie imprese. In caso di malattie superiori a 60 giorni, infine, il lavoratore può sospendere il versamento dei contributi e rateizzarli successivamente.

 

L'altro capitolo rilevante della legge è quello dedicato allo smart working o “lavoro da remoto”: ai lavoratori che optano per questo regime, dovrà essere garantito lo stesso trattamento economico di quelli che lavorano in azienda e il diritto alla disconnessione sia nel settore privato sia nella Pubblica amministrazione. Anche se, come notava qualche settimana fa Chiara Faini, responsabile di sviluppo della cooperativa di freelance Smart, quest'ultima previsione “è quasi obsoleta”.

 

Secondo IlSole24Ore, lo statuto del lavoro autonomo determina “piccoli, ma significativi passi in avanti”, specie per quanto riguarda la possibilità di creare reti territoriali di freelance per partecipare ai bandi europei, ma – volendo – anche per svolgere poi altri lavori condivisi. Dello stesso avviso, Acta, una delle associazioni di categoria che più ha lavorato perché nascesse la nuova legge: “La versione finale è un buon risultato. Non è, e non potrebbe essere, risolutivo di tutti i nostri problemi – scrivono sul blog - ma è un passaggio rilevante”. Sulla Stampa, invece, Pietro Paganini, esperto di innovazione dei processi produttivi, afferma che il problema reale, cioè il fatto che il mercato del lavoro sta cambiando radicalmente, nel nostro Paese non è nemmeno oggetto di dibattito. In futuro – scrive – i lavoratori autonomi saranno sempre di più, cambieranno attività dalle 5 alle 7 volte nella vita, saranno obbligati per poterlo fare a riqualificarsi. E chi si sta occupando di tutto questo a livello politico?

La Cgil, invece, critica il fatto che manchino strumenti per tutelare i più deboli come l'equo compenso e il sostegno al reddito e che includere i collaboratori coordinati e continuativi nella platea dei beneficiari rischi di far “arretrare le tutele reali” esistenti.

 

Bonus track

§ Dopo casi come l'attacco ai server del Partito democratico negli Usa durante la campagna elettorale, il mercato delle assicurazioni contro i furti di dati e gli hackeraggi si sta facendo sempre più appetibile: secondo Bloomberg, entro il 2020 potrebbe triplicare fino a un valore complessivo di dieci miliardi di dollari.

 

Foto di Ed Yourdon - Hugging my laptop (CC BY-NC-SA 2.0)

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