Governo (semi)nuovo e sfide antiche

POPWEEK, l'economia di una settimana
17 Dicembre 2016 - 12:18
Foto di Palazzo Chigi (CC BY-NC-SA 2.0)

 

Questa settimana puntata doppia, a cavallo tra la crisi di governo, il nuovo esecutivo guidato da Paolo Gentiloni e le nostre complesse vicende societarie e di borsa, tra banche e telecomunicazioni: Montepaschi, ma anche Vivendi-Mediaset e Unicredit.

 

Lo stato dell'economia

Abbiamo un nuovo governo, nominato rapidamente e che ha ottenuto una fiducia ugualmente rapida in Parlamento, in tempo per permettere al nuovo Presidente del Consiglio, l'ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, di partecipare giovedì al Consiglio europeo a Bruxelles. Ma andiamo con ordine: mercoledì 7 il Senato aveva approvato, a tempo di record e con il voto di fiducia, la manovra in via definitiva e subito dopo l'ormai ex premier Matteo Renzi aveva formalizzato le dimissioni, aprendo la strada alle consultazioni del Presidente della Repubblica. Domenica, poco prima dell'ora di pranzo, Gentiloni ha ricevuto l'incarico e lunedì sera il nuovo esecutivo, in buona parte composto dagli stessi membri del precedente governo, ha giurato al Quirinale.

 

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Ottenuta la fiducia alla Camera e al Senato, la prima “grana” che il governo ha dovuto affrontare è il tentativo di scalata di Mediaset da parte dei francesi di Vivendi, società che opera nell'ambito media e comunicazione e che è già azionista di riferimento di Telecom. Giovedì il presidente di Vivendi Vincent Bolloré ha dichiarato di aver acquisito azioni pari al 20% del capitale sociale, un'operazione ritenuta “ostile” da parte di Silvio Berlusconi. Della stessa opinione è il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che ha assicurato che il governo monitorerà quel che sta succedendo, mentre la procura di Milano ha avviato un'indagine, per ora contro ignoti, per manipolazione del mercato. Il titolo, intanto, è salito del 31%, di pari passo con il consistente volume di scambi.

 

Di certo, è abbastanza oggettivo affermare che questo “è un pezzo dell'italianità a rischio”, ma è veritiero anche il commento di Massimo Giannini su Repubblica che Mediaset non sarebbe la prima delle aziende nostrane a passare sotto il controllo straniero – l'elenco, all'opposto, è già piuttosto lungo – e che i mezzi di difesa, in effetti, sono pochi. L'intervento dell'Agcom, che ha affermato che la scalata non è fattibile perché Vivendi e Mediaset insieme supererebbero le concentrazioni ammesse per legge, non deve ingannare: i tetti sono in realtà aggirabili in modo relativamente facile.

 

Interessante da tener presente che, secondo Formiche, l'obiettivo di Bolloré sarebbe creare una convergenza tra industria delle telecomunicazioni e produttori di contenuti – politica che conta già diversi esempi in Usa, Regno Unito, Spagna, Francia e Germania – facendo massa critica per risultare ulteriormente più appetibile in caso di vendita a un gigante del settore, anch'esso francese, quale Orange.

 

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A proposito di acquisizioni, lo scorso fine settimana Amundi, altra società francese, ha rilevato per 3,5 miliardi Pioneer, il polo di risparmio gestito da Unicredit. Mercoledì l'istituto bancario, che è stato un altro dei protagonisti della settimana, ha deliberato un aumento di capitale di 13 miliardi. In parallelo, come previsto dal piano strategico “Transform 2019”, sono previsti altri 6.500 esuberi, di cui quasi 4.000 in Italia e la chiusura di 833 filiali.

 

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Restando in tema banche, non si scioglie il nodo Monte dei Paschi:  venerdì 9 la Banca centrale europea ha negato il prolungamento di 20 giorni della scadenza, fissata al 31 dicembre, per completare la ricapitalizzazione da cinque miliardi. Così la banca ha deciso durante un cda straordinario convocato domenica 11 di riaprire la conversione delle obbligazioni in azioni, l'unica strada percorribile per evitare la nazionalizzazione. Venerdì dunque, dopo l'ok della Consob all'estensione dell'operazione alle obbligazioni subordinate, è cominciato il periodo in cui la banca senese tenterà, entro giovedì 22, di raccogliere sul mercato i 5 miliardi necessari per l'aumento di capitale e avere il tempo di chiudere il tutto entro fine anno.

 

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Capitolo banche centrali. Giovedì 8 la Bce ha annunciato il prolungamento del quantitative easing fino alla fine del 2017, anche se da aprile il valore di titoli acquistabili mensilmente scenderà da 80 a 60 miliardi. Una scelta che conferma l'intenzione di arrivare all'obiettivo dell'inflazione al 2% - secondo le stime attuali, a fine 2019, il tasso dovrebbe aggirarsi introno all'1,7% - ma, al tempo stesso, segnala un lieve alleggerimento, a beneficio dei falchi, della politica monetaria espansiva.

Se la politica di “dare un colpo al cerchio e uno alla botte” è quella vincente, lo diranno solo i mercati, scrive Bloomberg, che afferma che Draghi, dopo aver affermato che “il rischio deflazione si è ampiamente attenuato” potrebbe ritrovarsi di nuovo nella condizione di fare marcia indietro e giocare tutte le carte disponibili.

 

Giovedì 15, invece, è arrivato l'atteso aumento dello 0,25% dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che ha confermato il proprio cauto ottimismo sull'evoluzione dell'economia americana e, di conseguenza, il progressivo ulteriore incremento dei tassi nei prossimi mesi. E anche le promesse fatte dal presidente eletto Donald Trump riguardo sgravi fiscali, tagli alla spesa e deregulation hanno influito sulla decisione.

 

 

Oltre lo specchio

Tra le pieghe della legge di Bilancio 2017, c'è da segnalare anche l'approvazione delle norme che definiscono le caratteristiche degli operatori bancari di finanza etica e sostenibile. Tra i punti evidenziati, ci sono il rispetto di standard internazionali riguardo alla tipologia di investimenti consigliati, il loro impatto sociale e ambientale e la destinazione di almeno il 20% del portafoglio ad attività gestite da organizzazioni non profit e a imprese sociali.

 

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Si chiama Corpo europeo di solidarietà ed è il nuovo organismo, lanciato dalla Commissione Europea, che funzionerà come un Erasmus del volontariato, offrendo ai giovani tra i 18 e i 30 anni opportunità di fare volontariato, stage o apprendistato per un periodo variabile tra i due i 12 mesi. Per l'attività svolta è previsto un rimborso spese, finanziato con fondi Ue, mentre i contratti di apprendistato dovranno prevedere una remunerazione.

 

Bonus track

§ Occhio a dire “Sei uno zero!” o “Questo vale zero!”. Perché – un documentario su Bbc Future insegna – questo numero, probabilmente nato in India, patria del concetto di “nirvana”, cioè uno stato di assenza di paure e desideri, e poi importato in Europa dagli Arabi, ci svela tutti i segreti sulla storia e sull'importanza di questo numero.

 

 

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